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Età Napoleonica

Il declino di Napoleone

La fine di Napoleone hanno caratterizzato la campagna di Russia, l’esilio all’Isola d’Elba di cui ricorre quest’anno il bicentenario, la battaglia di Waterloo e quindi l’esilio di Sant’ Elena per meglio capire cosa lo condusse alla sconfitta e come egli affrontò la perdita del potere e gli ultimi anni della sua vita, conclusasi il 5 maggio del 1821.

Tra il 1809 e il 1812 Napoleone raggiunse il massimo del suo potere, sia all’interno che all’esterno della Francia. Ma il paese era stremato dalle continue guerre, cresceva il malcontento tra la popolazione e si faceva sentire anche l’opposizione della Chiesa.

Sul fronte europeo, il dominio della Francia rimaneva incerto in Spagna, mentre, nel 1812, lo zar di Russia Alessandro I annunciò la ripresa del commercio con l’Inghilterra. Napoleone reagi invadendo l’immesso territorio russo con 650.000 uomini. Dopo un campagna militare che non gli aveva dato i successi sperati, fu sconfitto dal rigido inverno e dalla mancanza di rifornimento. Tornato in Francia con soli 60.000 superstiti, nel 1813 fu attaccato da una nuova coalizione, che lo sconfisse a Lipsia, invase Parigi e lo inviò in esilio sull’isola Elba.

Mentre le potenze vincitrici discutevano a Vienna sul futuro dell’Europa, Napoleone fuggi dall’Elba, e riprese il potere. Il declino di Napoleone avviene nel 18 giugno 1815 fu definitivamente sconfitto a Waterloo. Egli morirà, sull’isoletta di Sant’Elena, il 5 maggio 1821.

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