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I Sepolcri di Ugo Foscolo

La sua opera più famosa sono “I Sepolcri” che prendono spunto dal decreto napoleonico che imponeva la sepoltura dei morti in cimiteri posti fuori dalle mura delle città. Foscolo, invece, vuole sottolineare l’importanza delle tombe in quanto consentono ai vivi di coltivare il ricordo dei propri cari.

I Sepolcri di Ugo Foscolo sono un poemetto di 295 endecasillabi, affida le sue riflessioni sull’importanza del sepolcro e il senso della vita e della morte. La riflessione sul ruolo dei sepolcri è ispirata a Foscolo.

La più importanza di esse è l’editto di Saint-Cloud, emanato nel 1804 in Francia e poi esteso ai domini francesi in Italia nel settembre 1806. Queste leggi, per ragioni igieniche, proibivano le sepolture all’interno delle mure cittadine.
Foscolo all’inizio è tra i sostenitori dell’editto: ispirato da un materialismo di matrice illuministica, egli ritiene che la morte sia la fine di tutte le cose e che dunque la tomba non abbia alcuna importanza.
Tra i critici dell’ editto si colloca invece il poeta e amico di Foscolo Ippolito Pindemonte, che comincia un poemetto dal titolo I Cimiteri.

I Tre livelli dell’opera:

Il carme è pervaso da una costante tensione laica, che si sviluppa nella visione della funzione civile dei sepolcri.
Nella concezione delle tombe contenuta nel carme si compenetrano dunque tre piani teorici:

  • quello storico antropologico: l’istruzione dei riti di sepoltura segna l’uscita dell’umanità dallo stadio ferino;
  • quello etico civile: attraverso il sepolcro si perpetua la memoria del defunto e dunque le azioni, i valori , gli ideali dei grandi uomini di ogni nazioni che servono da esempio ai posteriori;
  • quello poetico: la perpetuazione della memoria per mezzo del sepolcro permette ai poeti di attingere al patrimonio passato di azioni e valori e celebrati, ispirando cosi gesta altrettanto nobili nei loro contemporanei

Le vicende dei Sepolcri:

I Sepolcri di Ugo Foscolo sono organizzati in quattro grandi sezioni:

  • Nella prima sezione il poeta riafferma la validità del pensiero materialistico: se dopo la morte non c’è niente, i defunti non traggono certo giovamento dall’avere una bella tomba
  • Nella seconda sezione: Foscolo descrive l’istruzione del rito della sepoltura e del culto dei morti come una della tappe fondati della civiltà umana.
  • La terza sezione si sofferma sul valore politico della tomba. Qui Foscolo ricorda l’esempio delle tombe dei grandi italiani in Santa Croce, la cui visione sprone alla virtù morale e civile e al desiderio di riscattare la patria appressa.
  • La quarta sezione è infine un inno alla funzione eternatrice della poesia. I poeti infatti sono coloro che conservano memoria della gesta virtuosa dei defunti anche quando le loro tombe sono scomposte.
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